Dolci sardi dell’inverno: tradizioni, sapori e profumi antichi
L’inverno in Sardegna non porta solo il freddo, il vento e le giornate più corte. Porta anche profumi dolci e intensi che escono dalle cucine delle case. È il periodo dell’anno in cui si preparano alcuni dei dolci più tradizionali dell’isola, ricette antiche che parlano di famiglia, di festa e di frutti della terra.
In questo articolo ti voglio raccontare tre dolci tipici dell’inverno sardo: pabassinas, pan’e saba e ossus de mottu. Ognuno ha una storia, un significato e un legame speciale con ciò che la natura dona in questa stagione.
Pabassinas: i dolci dei giorni dei morti
Le pabassinas sono biscotti morbidi e profumati, decorati spesso con una glassa bianca e piccoli zuccherini colorati. Il loro nome viene dalla parola pabassa, che in sardo significa uva passa.
Le pabassinas infatti sono ricche di: uvetta, noci, mandorle e spezie come cannella e chiodi di garofano.
Si preparano soprattutto tra fine ottobre e novembre, nel periodo dedicato alla commemorazione dei defunti. In passato, questi dolci venivano scambiati tra le famiglie e offerti ai parenti che venivano in visita. Oggi sono una delizia che non manca mai sulle tavole autunnali e invernali.
Pan’e saba: il pane dolce fatto col vino cotto
Il pan’e saba è uno dei dolci più antichi della Sardegna e ha un sapore ricco e intenso. Il suo ingrediente principale è la saba, cioè il mosto d’uva cotto lentamente fino a diventare uno sciroppo dolce e scuro.
A questo si aggiungono: noci, mandorle, uvetta, scorza d’arancia e spezie.
Il pan’e saba è legato alle feste invernali, in particolare al Natale. È un dolce che richiede pazienza e tempo, perché ogni famiglia ha la sua ricetta, spesso tramandata da generazioni. È un vero simbolo della Sardegna agricola, quella che non sprecava nulla e che trasformava il vino in un tesoro dolce da condividere nei mesi più freddi.
Ossus de mottu: “ossa dei morti”, i biscotti della tradizione
Gli ossus de mottu sono biscotti duri, croccanti, spesso aromatizzati con limone o anice. Il loro nome significa “ossa dei morti”, proprio perché si preparano nel periodo dedicato alla commemorazione dei defunti.
Anche qui ritroviamo gli ingredienti tipici dell’inverno sardo: mandorle e noci.
Questi frutti secchi erano molto importanti per le famiglie di un tempo, perché si conservavano bene e davano energia durante i mesi freddi. Non a caso, tanti dolci tradizionali invernali contengono proprio mandorle, uvetta e noci: sono i doni della natura che maturano tra fine estate e autunno e che accompagnano l’isola per tutto l’inverno.
Il legame tra dolci e frutti dell’inverno
In nessun altro periodo dell’anno si usano così tanto mandorle, noci e uvetta. Questo perché in autunno si raccolgono noci e mandorle. Inoltre, la vendemmia conclusa da poco ha regalato tanta uvetta.
Per questo la cucina tradizionale sarda, soprattutto quella dei dolci, segue il ritmo della natura. I dolci d’inverno non sono solo ricette: sono un racconto della terra, delle famiglie, delle feste e della cultura dell’isola.
Se un giorno visiterai la Sardegna in inverno, ti consiglio di assaggiare questi dolci. Ogni morso racconta una storia: la storia della nostra terra, dei frutti che ci regala e delle tradizioni che cerchiamo ancora oggi di mantenere vive.
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